LA MIA UNIVERSITÀ? LA VITA

Questo articolo mi vede emotivamente coinvolta come donna che inizia a vivere la sua terza età e che, contro ogni pregiudizio, sta rivoltando la propria vita come un calzino, raggiungendo nuovi e inaspettati traguardi.

Nel far questo, rispolvero figure di donne o di uomini che sono da sempre luce per i miei passi.

La Bruck è tra queste. Quanto sto per raccontare darà ragione alle mie affermazioni.

Chi è Edith Bruck, la scrittrice che ha fornito la sua testimonianza della Shoah e che è stata deportata ad Auschwitz all’età di 13 anni?

All’anagrafe Edith Steinschreiber, è nata il 3 maggio 1931 a Tiszakarád, in Ungheria, e ha 93 anni. La donna è scrittrice, poetessa, traduttrice, regista, ma, soprattutto, lucida ed attendibile testimone della Shoah.

La famiglia di Bruck era di religione ebraica: per questo motivo, nel 1944, quando la scrittrice aveva solo 13 anni, è stata deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Successivamente, è stata trasferita in altri campi analoghi come Kaufering, Landsberg, Dachau e Bergen-Bielsen.

Nell’aprile 1945 è stata liberata insieme alla sorella. A questo punto, è tornata in Ungheria, per poi spostarsi in Cecoslovacchia e, infine in Israele. In seguito alle nozze, ha cambiato il suo cognome da Steinschreiber a Bruck e si è trasferita a Roma nel 1954.

Una volta giunta in Italia, ha deciso di dedicarsi alla carriera di scrittrice, consegnando al mondo la sua importante testimonianza della Shoah.

Nel 1959, ha pubblicato ‘Chi ti ama così’. Il romanzo è stato intenzionalmente scritto in italiano, in quanto, come riferito dall’autrice, la scelta di non esprimersi nella sua lingua madre le ha consentito di avere il giusto distacco dalla narrazione delle atroci esperienze vissute nei campi di concentramento.

Nel corso della sua lunga carriera, Bruck ha scritto molteplici romanzi, molte poesie e ha sceneggiato alcuni film come Fotografando Patrizia, Per odio, per amore e Andremo in città.

Nel 2018, l’Università di Roma Tre ha insignito la scrittrice della laurea ad honorem in Informazione, Editoria e Giornalismo. Nel 2019, anche l’Università di Macerata ha assegnato a Bruck la laurea ad honorem in Filologia Moderna.

Il 27 settembre 2023 l’Università di Sassari ha insignito la scrittrice Edith Bruck della (per ora!) ultima laurea magistrale “honoris causa” in Scienze Filosofiche.

Una cerimonia davvero profonda e significativa, introdotta dal rettore Gavino Mariotti e ‘laudatio’ a cura della professoressa di Estetica, Gavina Cherchi.

Con il suo dire, la Bruck ha realmente rapito l’uditorio, improvvisamente ammutolito e commosso dalle parole toccanti della donna, in collegamento video dalla sua casa di Roma. Tale titolo accademico è stato apprezzato in modo particolare, in quanto, quello della Bruck con la Sardegna, è proprio un legame speciale! Da sempre sensibilmente rafforzato dall’amicizia con lo storico, politico e scrittore Emilio Lussu e sua moglie Joyce: è in Sardegna, infatti, che Edith Bruck fece la prima vacanza della sua vita, in compagnia del marito Nelo.

   “Conosco l’ospitalità dei sardi, la generosità, l’amore per la loro terra, la dignità, l’orgoglio e l’umiltà dei grandi. – ha dichiarato la scrittrice – Non mi resta che esprimere la mia gratitudine per questa laurea che viene proprio da un’isola che amo e della quale ho sempre nostalgia”.

La sua ‘lectio magistralis’ offre il senso dello spessore già dal titolo “La mia Università? La vita”. “La sua Università – preciserà più avanti – a 13 anni, era Auschwitz e altri cinque campi di concentramento, di annientamento o lavoro forzato. Fabbriche di morte nel cuore dell’Europa civile e cristiana, luoghi dove si impara tutto e per sempre: l’antropologia, la filosofia, la storia, la psicologia, il valore della vita e del pane, il dolore, l’abisso che abita l’uomo, il buio della coscienza dei popoli che assorbono il veleno dell’odio e si piegano, applaudono al Male assoluto. Sto parlando del nazifascismo, del razzismo, della discriminazione, dell’antisemitismo che non sono stati mai sradicati”.

È vero, ha conseguito diverse lauree, nel corso della sua lunga vita, ma, precisa lei stessa:

“Mi sono laureata all’Università del Male con lode, ho imparato il Bene, dallo sterco ho estratto l’oro. Ho capito che non avrei mai potuto assomigliare ai miei aguzzini, che non avrei mai discriminato nessuno. E mi chiedo come mai l’uomo non impara niente dai propri crimini e continua a perpetrarli: si fa sedurre da nazionalismi, razzismi, odi, egoismi. Continua a costruire muri, recinti di filo spinato, non ha pietà per chi fugge da guerra e miseria”.

La sua voce, pur se da remoto, è risuonata con energica dolcezza tra le eleganti pareti dell’aula magna dell’Università, con una ‘lectio magistralis’ di tutto rispetto: il racconto reale di una sopravvissuta all’Olocausto, pennellato con pensieri e lucide riflessioni di una Edith Bruck, quanto mai attuale e preziosa.

Giusy Carminucci