ANTROPOLOGIA DEL VINCENTE O SACRO POCO? IL SEGRETO IN UN P.S. di Giusy Carminucci
La mia riflessione, questa volta, si fonda su una tecnica di meditazione imparata a Taizé: la “Tecnica della risonanza”.
La indico, molto schematicamente, in modo che voi possiate applicarla con me.
- Leggere ad alta voce, almeno in coppia, il testo.
- Leggere lo stesso testo sottovoce o nel silenzio della propria ‘camera interiore’, lasciando che” vibri” dentro di sé.
- Sottolineare o evidenziare le parole e/o le frasi che “risuonano”.
- Rileggere silenziosamente, solo per se stessi le frasi emerse dalla “risonanza”.
- Rileggere ad alta voce il proprio testo condividendolo con le risonanze altrui.
Risonanza del brano di Pasolini
“… necessario educare nuove generazioni al valore della sconfitta.
all’umanità che ne scaturisce.
costruire un’identità.
fallire e ricominciare.
dignità
Non divenire sgomitatore sociale.
non passare sul corpo degli altri per arrivare.
No vincitori volgari e disonesti prevaricatori falsi e opportunisti gente che occupa il potere
che scippa il presente
nevrotici del successo del diventare
Antropologia del vincente
preferisco chi perde
mi riconcilia con il mio sacro poco.”
Quello che emerge dalla “risonanza” non va commentato. Solo meditato.
Giusy Carminucci
P.S.
Attribuito erroneamente a Pier Paolo Pasolini, lo scritto, riportato all’inizio del mio intervento, appartiene in realtà ad una maestra di scuola primaria, Rosaria Gasparro, che l’ha pubblicato nel gennaio del 2014 e che, nel tentativo di ribellarsi ad una fake, controbattendo la sbagliata attribuzione, ha così osservato sul Web:
“Una riflessione sulla sconfitta, come possibilità da esplorare, per sdoganarla dalla negatività dell’accezione e agirla nella sua doppia dimensione di formazione e di liberazione dall’ossessione del successo e dalla sindrome del migliore. Un carico insopportabile che produce ansie, frustrazioni, presunzioni, individualismi, competizione. Solitudini. Come maestra conosco il potere dell’errore, la sua carica creativa e il ridimensionamento di ogni delirio d’onnipotenza. Lavorare sulla dimensione della fallibilità, in un mondo assillato dalla perfezione e dalla vittoria, ci permette d’imparare l’umanissima arte del perdere e paradossalmente ci rende meno vulnerabili nella nostra ricerca di vita. Perché ogni giorno perdiamo qualcosa, ma sarebbe terribile perdere se stessi, perdere la relazione con la vita, degradarla nel considerarla una partita dove si vince o si perde. Per chiudere la mia riflessione citavo un pensiero di Pasolini.
-E prosegue la Nostra- E’ stato subito un copia e incolla compulsivo. Un rubi e fuggi in cui sono sparite le virgolette e le persone “nessune”. Sono scomparsa io e il tutto è stato attribuito a Pasolini. Divertente. In genere il plagio è al contrario. È così che è nato un apocrifo che è diventato virale. Ho provato a contattare i siti, le pagine Facebook, i blogger (qualcuno ne ha fatto il suo articolo), i giornalisti e gli studiosi di Pasolini (sic!) per segnalare il falso. Senza successo. Non c’è stato nulla da fare: il flusso di false citazioni è proseguito incurante e così continuerà probabilmente in futuro. Quando anche noi ci saremo scordati di quanti intellettuali, giornalisti e politici citino frasi di Pier Paolo Pasolini, pescandole su Internet. Sono grata a Lucia Senesi per il suo contributo di luce. D’altronde basta leggere Pasolini e chiedersi come mai prima del 23 gennaio 2014 in rete non ci fosse questa piccola riflessione. D’altronde di sconfitta parlavo e del valore sotteso di sentirsi nessuno, e questo è quanto è accaduto.” In questo modo chiarisce sul Web il suo pensiero la maestra Rosaria Gasparro.
Alla luce di quanto fin qui espresso, proviamo ad applicare la tecnica della risonanza all’intero scritto e meditiamo quante volte ci sono state sottratte idee, progetti, rapporti per mera sete di potere o di celebrità, effimera e inefficace; che, seppur ci offre il volo pindarico, intorno al falò del desiderio, ci sta, in realtà, concedendo solo lo spazio e il tempo di una falena sulla fiamma della vita…
Giusy Carminucci