POETI CONTEMPORANEI LUCA CRASTOLLA
L’aria è quell’aura che ti muove la veste
mentre reggi le volte arabescate del cielo
dritta dritta nella voce. Nivea dedizione
di poggiarla fonema a fonema, il lento
lavorio non sfigurando
dei semantemi, la formula alchemica
di scaramanzie e cianfrusaglie: ci gonfiano
le tasche sassetti siderei, venti alquanto
piroclastici (in chiusa colmando colmando
nel tuo oboe bianco)
***
avrei voluto dirti con soffuse precisioni
forse le falesie smorzate e pizzute
che si stringono a li fatti
antichi sotto Torre Guaceto, o delle pezze
sprofonde a fichi d’india mani in alto
Casomai le bancarelle degli scisci1. Urlanti
i miei solchi incisi alla turca, gli agri
lineamenti miei che mai mi furono
battezzati prima con umori grondanti di vora
e di poesia cupa come bianca. Neve e schiarisce
pane nero e phonè allappata dal vitigno carico
dal principio sospiroso della carne rosata
Leggio sontuoso, sontuosissimo leggio
su cui poggiare orde di sibille barocche e litaniose
Le apparizioni
***
che nessuno vada via, che nessuno proprio
davvero scrosti e porga il fianco. Che hai
peregrinato e baciato distanze
dislivelli del cuore, lontananze rievocando
di quando altrove ciliegie, le lune rosse sconfinanti
perforavano i cardigan della notte con dolcezze
che affusolavano le dita della ninfa dischiusa
Vongola celeste di piogge estive sapurita
scevra di sabbie e avventure africane. Dicevi
ridicevi, citavi e recitavi le magre antiche formule
gradite ai santi levantini e alle Madonne nere
alle Madonne delle zattere. Anch’esse reliquiate.
1. Scisci: sostantivo maschile dialettale. Al plurale sta per ornamenti come nastri, fronzoli, balze, merletti ecc. Al singolare può significare vestitino per bambini ricco di decori. Etimologia: pur avendo l’aspetto di una voce infantile, potrebbe derivare dalla parola francese “chichis” che significa appunto fronzoli.
Luca Crastolla nasce a Fasano, in Puglia messapica, nel 1974. Pubblica la sua prima silloge nel 2018, L’ignoranza della polvere per Controluna Edizioni con prefazione di Giuseppe Cerbino. L’anno dopo una sua composizione inedita, intitolata Trittico da un cammino lucano, è accompagnata invece da una nota di lettura di Alfonso Guida. Vi si legge: “…Sono componimenti di sicura consistenza prosodica: il ritmo non è poi tanto sillabico, ma commisurato alla distanza tra una fola e un’altra del respiro (…) una poesia che raccontando una storia lo fa con una parola dotata di retroterra, di estensioni retrostanti” (la nota completa è apparsa sul blog poetico “Il volo di Esterina – Poeti Italiani del ‘900 e contemporanei”). Nel 2022 pubblica, per l’editore Gattogrigio, la plaquette Le sorti dell’incanto.
Dall’opera è stata ricavata una performance di teatro poesia a regia di Cristina Bevilacqua e Anthony Rosa. Nello stesso anno dieci suoi inediti compaiono in I cieli della preistoria – antologia della nuovissima poesia pugliese. L’opera è curata da Antonio Bux per Marco Saya Edizioni. Nel 2023 due testi inediti e un testo contenuto ne Le sorti dell’incanto sono stati inseriti nella sezione antologica del numero doppio 88/89 della rivista letteraria Aperiodico ad apparizione aleatoria de Il foglio del clandestino edizioni.
La prossima opera dell’autore ruoterà a sud sul perno di una geografia sentimentale e del risentimento. Avrà per titolo L’indole del tarlo e per Editore Delta3. Diversi suoi testi sono, infine, comparsi su riviste online come «Avamposto» «Inverso» , «Versolibero», «Atelier», nonché sulla rivista greca «Extirion» con una traduzione del poeta Sotirios Pastakas. Altro suo interesse è la fotografia.